Ma se non sono capaci!?

Mi capita spesso di trovarmi nelle aziende dove un dirigente dice: “Ah, ma loro non sono capaci di fare queste cose, non devi neanche sforzarti di cercare di insegnarle”.

Io di solito queste aziende le lascio nel momento in cui sento queste parole. Perché se qualcuno non è capace, è proprio quel dirigente che non è in grado di gestire e sviluppare le persone che ha a disposizione a raggiungere il meglio delle loro abilità.

Non ci sono scuse per non sviluppare le persone. I metodi ci sono. Provate a pensare a TWI e capirete che non ci sono scuse. Provate a pensare al Metodo Harada e capirete che non ci sono scuse.

Entrambi mettono l’uomo e le sue capacità in prima linea. Se le cose vengono spiegate in maniera chiara e metodica, non vi sono limiti a quello che le persone possono imparare o diventare. Se gli obiettivi vengono definiti in maniera tale che venga svegliata la curiosità delle persone, che gli obiettivi tocchino le loro ambizioni personali, che si lavori per un obiettivo più grande di loro stessi, allora le persone si sentono intrinsecamente motivate a migliorare, a imparare.

Certo che non è semplice definire gli obiettivi così, e altrettanto certo è che questi obiettivi non possono essere obiettivi di gruppo, di squadra, ma personali, per ciascuna singola persona. E per definirli in questo modo, richiede ancora più tempo e conoscenza delle persone che per voi lavorano.

Ma questo è l’unico modo per cercare di ottenere risultati di squadra/azienda che desideriamo. Dobbiamo sapere in che modo accrescere il desiderio delle nostre persone a migliorare, e poi lasciarglielo fare motivandoli a proseguire, ad andare avanti, a non fermarsi mai.

Più o meno è lo stesso metodo che viene utilizzato per le squadre sportive, dove la squadra migliora di più quando crescono le capacità individuali dei singoli elementi che la costituiscono, e che aumenta la consapevolezza del loro ruolo nell’insieme. E tutti sanno che il raggiungimento dell’obiettivo più grande di loro stessi (ad esempio vincere un titolo…) dipende soprattutto dalla loro crescita personale e della comprensione di come interagire con gli altri componenti della squadra per creare un insieme più forte della somma delle capacità dei singoli.

La stessa cosa vale anche nel business. Se siete in grado di far allineare le persone per essere capaci di rendere insieme più delle loro singole capacità, allora siete dei buoni leader. Se la somma è inferiore alle capacità delle singole parti, forse è meglio ripensare la vostra strategia e anche la vostra capacità di guidare un gruppo.

Vediamo un esempio: da dove nasce il TWI? Training Within Industries è un programma nato durante la Seconda Guerra Mondiale che metteva in produzione militare le donne e ragazzi che non avevano alcuna esperienza con lavoro in fabbrica, in quanto lì solitamente lavoravano uomini, che però in quel periodo erano impegnati in guerra. Allora è nato questo programma che doveva mettere queste persone, che non hanno mai visto una fabbrica, a produrre al posto degli uomini mancanti. E farlo in fretta, non c’era tempo da perdere. Allora bisognava insegnare e formare queste persone ad essere in grado di sostenere i ritmi produttivi e la qualità richiesta, con un grande obiettivo: vincere la guerra. Motivazione e grande obiettivo quindi non mancavano. E allora gli studiosi americani inventarono questo metodo che rendeva tutte queste donne e bambini capaci di acquisire competenze meccaniche in pochissimo tempo, e alla fine anche di dare un contributo fondamentale nella vittoria finale.

Dopo la guerra questo metodo scomparve nel nulla praticamente dappertutto tranne che nel Giappone che doveva essere ricostruito dalle proprie ceneri, e dove alcuni degli inventori del metodo andarono ad aiutare. E insegnarono il metodo, che poi diventò la pietra portante del metodo Toyota e della formazione “on the job” dei suoi dipendenti, e il motore principale di crescita dell’azienda in tutti questi anni seguenti.

Adesso questo metodo sta tornando di moda, ma sono sempre e comunque pochi quelli che lo conoscono a fondo.

Ma il fatto che non ci sono scuse per chi dice che qualcosa non è possibile, che qualcuno non è capace di fare qualcosa, nel mio dizionario vuol dire solo che la persona che lo sta dicendo non ha né la voglia né la capacità di insegnare come le cose devono essere fatte, e non ha alcun rispetto per le persone che stanno ingiustamente insultando.

Gli esseri umani sono capaci di qualsiasi cosa: basta indirizzarli in maniera giusta… Uno ad uno…

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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