Da Lean Edge: Consigli pratici per l’ufficio promozione del kaizen

Su The Lean Edge Joel Stanwood fa la seguente domanda:

Quali esempi pratici offrireste alle ziende quando vogliono creare gli uffici di promozione del kaizen (UPK)? All’inizio della loro trasformazione lean ogni azienda affronta domande quali:

  1. Quale è il ruolo del UPK nel servire l’organizzazione?
  2. Come dobbiamo gestire al meglio l’UPK per lo sviluppo della leadership?
  3. Quale è l’ottimale dimensione del UPK in una organizzazione?
  4. Quale è il giusto mix di risorse interne/esterne?
  5. A chi dovrebbe rispondere il capo del UPK?
  6. Come è organizzato al meglio l’UPK per sostenere il lean sia dentro che fuori dallo stabilimento?  (es. vendite, distribuzione, marketing, progettazione, in aggiunta alla produzione)

Allora, la mia idea è quella di creare gli UPK con le persone che si liberano dai processi tramite l’applicazione del kaizen nei vari reparti. Arrivare a far parte di esso deve essere un premio per le persone che più si impegnano e desiderano il bene dell’azienda, e inseguono con il cuore il miglioramento continuo.

Quindi, anziché andare a licenziare i peggiori, io vado a promuovere e premiare i migliori… Così anche i peggiori vedono che una via di uscita c’è…

Inizio a rispondere alle sei domande:

  1. Il ruolo dell’UPK è quello, come dice il suo nome, di promuovere continuamente il kaizen, ossia il miglioramento continuo. Deve essere creato da parte dell’alta direzione e inizialmente supportato da magari da qualche consulente esterno che fa partire la ruota di miglioramento tramite i primi successi nel reparto che liberano risorse migliori, e cui rotazione poi viene alimentata quotidianamente da parte dello sforzo di queste persone migliori che poi aiutano altri reparti a ottenere gli stessi miglioramenti che loro hanno ottenuto nei loro reparti.
  2. Come gestire l’UPK per lo sviluppo della leadership? Le persone che entrano in questo ufficio hanno la possibilità di crescere loro stessi e anche a crescere altre persone in azienda. E’ un privilegio esserne parte. Chi non ha voglia di sviluppare altri, non deve neanche essere considerato per entrarvi.
  3. Dimensione ottimale? Io dico la seguente: quando si inizia con il lean l’azienda ha determinate dimensioni. Siccome il lean non ha come scopo quello di liberarsi di persone ma di farle crescere rispettando il loro essere e promuovendo il pensare nella maniera giusta, eliminando gli sprechi e migliorando i processi, allora più si migliorano i processi e si liberano le persone aumentando l’efficienza ed efficacia dei processi, e più questo ufficio DEVE crescere. Eventualmente, quando e se si ha bisogno di sperimentare cose nuove, processi innovativi, idee nuove, all’interno di UPK potrete sempre trovare le persone esperte e vogliose che desiderano provare, imparare, migliorare. Si può quindi, in ogni momento, trovare dei leader e esperti interni per alimentare il kaizen.
  4. Risorse interne/esterne? All’inizio l’aiuto di un sensei esterno, secondo me, è necessario. Poi, man mano che si popola l’ufficio, si accresce il know how interno e l’aiuto dall’esterno può diventare sempre minore. Comunque è un bene mantenere un contatto con il sensei, giusto per avere sotto mano qualcuno che aiuterà il gruppo e l’azienda con i problemi più importanti e difficili.
  5. Il capo dell’UPK dovrebbe rispondere direttamente al Presidente o AD dell’azienda. Deve essere il suo braccio destro, quello che serve all’AD per affrontare le sfide più importanti dell’azienda, per indirizzare l’azienda verso gli obiettivi posti.
  6. Tutte le varie funzioni devono studiare i propri processi e migliorarli. E il miglioramento poi libera le risorse, come visto sopra, per andare a far parte dell’UPK. Quindi anche le funzioni di vendita, marketing, progettazione, logistica, possono e devono essere sottoposte allo stesso trattamento della produzione: migliorare per far migliorare l’azienda e poi essere promossi e diffondere le loro conoscenze e know-how agli altri sia nel UPK che in tutte le altre varie parti dell’azienda.

Queste sono le mie risposte. Voi avete qualche altra idea da aggiungere?

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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