Perché consumiamo di meno?

Spesso mi diverto ad analizzare le parole dei politici, economisti ecc. Diverto, perché tutto quello che dicono sono solo dei giochini coi numeri che poi non si riflettono nella vita reale delle persone.

Come ben sapete, nelle ultime settimane l’Italia sta migliorando, sotto la cura del Governo Monti, tutti i parametri economici, dallo spread, all’indebitamento, le borse che crescono (anche se molto al rilento). Tutti questi macroeconomisti sono ipercontenti per come stanno andando le cose nel nostro paese.

Poi leggi i giornali e vedi le notizie del tipo: In Italia i consumi sono al minimo storico dal 1980 o simili.

Ma se tutta l’economia sta andando a gonfie vele, perché consumiamo di meno? Dovrebbe essere esattamente l’opposto, vero?

Invece quel dato sul consumo è l’unico affidabile su come stanno andando veramente le cose… La gente normale ha sempre meno soldi nelle tasche e cerca di risparmiare su tutte le cose, anche sul cibo. I prezzi poi sono andati alle stelle (e non l’economia…) e quindi si tende a risparmiare, a eliminare gli sprechi, ad essere lean anche a casa nella gestione del budget casalingo.

Tutti gli altri fattori sono solo delle manipolazioni dei numeri che hanno poco o nessun significato per un comune mortale. Sono solo numeri creati dagli economisti, definiti tramite qualche formula astratta…

Lo stesso gioco dei numeri succede anche nelle aziende. Il top management definisce dei bilanci, budget, varianze sui costi ecc, e poi passa la patata ai manager a livello medio-basso per trasformare questi numeri astratti in un qualcosa che abbia un significato e porti il valore all’azienda. Questi, chiaramente, non sono sempre in grado di distinguere cosa vuol dire, in termini a loro consoni, ad esempio di ridurre la varianza del 2% – non sanno neanche cosa voglia dire questa cosa…

Signori miei, le cose non funzionano così…

Sia chi governa un’azienda o un paese (che in sostanza è una grande azienda…) dovrebbe pensare a definire i parametri di miglioramento in termini comprensibili a tutti e che ognuno possa sapere che ha migliorato la situazione complessiva se fa una determinata cosa e non ne fa un’altra. E poi i dati che vengono usati per definire la situazione attuale non possono provenire da qualche aula chiusa dove nessuno osa mettere il naso fuori per vedere cosa succede – i dati devono essere raccolti nel gemba, osservando la situazione reale e prendendo decisioni, spesso anche pesanti, ma che portino l’azienda (o il paese) verso uno stato futuro veramente migliore per tutti.

Le astrazioni servono a poco alla gente comune, che continuerà a consumare sempre meno, sempre meno e sempre meno, in quanto avrà sempre meno denaro nelle tasche. Non vi siete mai chiesti perché i giovani ancora oggi restano in casa dei genitori fino a 35-40 anni? Non è che siano contenti di farlo. Semplicemente, non gli viene data la possibilità di dimostrarsi capaci, in quanto fino a quando sei giovane sei “buono” solo per essere sfruttato e spremuto a sangue per portarti a casa 1200€ al mese. E con quelli una casa tutta tua non te la puoi permettere neanche nei sogni più remoti. Aprire un’attività? Ci vogliono soldi: chi te li dà? Chi è che ti paga, da giovane imprenditore, prima di 90 giorni dopo che hai fornito un servizio? Devi avere delle risorse a disposizione, e quelle non ci sono.

Un “sogno americano” in Italia è irrealizzabile, proprio perché sarebbe morto prima ancora di nascere.

Bisogna cambiare, bisogna essere più trasparenti, bisogna riflettere nei numeri la vera situazione nel gemba e non in qualche aula con aria condizionata a manetta al 25-mo piano di qualche remoto edificio…

Così potremo riprendere di sognare, riprendere a consumare, veramente…

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Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

1 comment… add one
  • umberto Mar 14, 2012, 8:41 pm

    Dragan, la vera situazione dell’Italia la vedi qui-http://phastidio.net/2012/03/09/cartoline-da-un-paese-morente/- Monti sta recuperando credibilità, ma i conti sono un’altra cosa ( non è colpa sua, non si puo’ sistemare in pochi mesi i disastri di 20 anni). In quanto al Gemba, credo che una buona parte dei nostri politici non abbia mai provato una situazione di lavoro, meno che mai in impresa; le leggi che fanno lo dimostrano….

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