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Cosa pensano all’estero del modo di lavorare in Italia?

Ho trovato questo articolo su OPEN Forum scritto da Katie Morell che parla di quanto sia difficile avere un business in Italia. Nell’articolo si parla di molti stereotipi ma anche di molte verità che noi non vogliamo vedere, ma chi viene da fuori se ne accorge immediatamente.

Vediamo qualche passaggio significativo:

Per uno straniero, vivere e lavorare in Italia è una continua pratica in pazienza. Prendete la puntualità come esempio: arrivare tardi all’appuntamento è una parte di vita, nel nord di 20 minuti circa, nel sud un’ora oppure non si presentano neanche all’appuntamento…

Bisogna dedicare molto tempo ed energia ad ogni potenziale cliente, bisogna costruire la relazione faccia a faccia, e non attraverso la email.

Quando volevano acquistare un mulino del XIV secolo, la banca non lo ha permesso – pensava che avevamo a disposizione più denaro di quanto ne avevamo veramente. Il problema era nelle differenze culturali: i bancari non avevano ancora stabilito una relazione con i due giovani di 25 e 26 anni rispettivamente. E allo stesso modo in cui è difficile realizzare gli appuntamenti, è altrettanto difficile realizzare le relazioni, in particolare quelle che riguardano le finanze.

Bisogna sempre lavorare con un commercialista, che è una persona tra avvocato e contabile: non potete fare niente senza…

In passato ci volevano mesi per gli imprenditori per registrare un’azienda in Italia, grazie alla burocrazia istituzionalizzata. Adesso per fortuna è possibile aprirlo anche online in pochi minuti. “Era cosi dispendioso in termini di tempo e soldi prima: questo è un grande miglioramento e spero che porterà molti nuovi business in Italia”.

Italiani sono molto avversi riguardo ai rischi, e non troverete molti imprenditori coraggiosi come da altre parti. E’ una cosa molto negativa per chi sta cercando di partire con un business: è molto più difficile realizzare un’idea e ottenere un finanziamento in quanto il fallimento è visto con pessimi occhi in Italia. Questo è legato soprattutto alla famiglia: Più grande è il tuo sogno e potresti andare sempre più lontano da casa. E gli italiani sono abituati a stare con la famiglia e a casa fino a 30-40 anni.

La mentalità imprenditoriale non viene naturale agli italiani – si tratta di una mentalità completamente diversa rispetto a quella statunitense.

Italiani sono molto formali durante le conversazioni riguardanti il business. La conversazione non è così diretta – non si arriva mai al punto subito, bisogna costruire una relazione, quindi del lavoro o soldi se ne può parlare generalmente solo al secondo/terzo incontro.

Inoltre c’è molta flessibilità nei pagamenti. Se sei un consulente o fornisci servizi alle aziende, non aspettarti di essere pagato subito: possono passarci da tre a nove mesi. Molto meglio avere risorse da parte per avere una copertura sufficiente per la sopravvivenza prima di ricevere i pagamenti.

Vantaggi? Qualità della vita…

Che business iniziare? Turismo. Turismo non è particolarmente sviluppato, il che è abbastanza sorprendente ma vero.

Consiglio? Imparare la lingua – è vitale nelle relazioni del business e mostrerà ai locali che rispettate la loro cultura. Poi, trovate uno squalo, italiano, pronto a navigare le acque insieme a voi. Infine, fatelo e basta – è fattibile e ne vale la pena.

Cosa ne pensate di queste considerazioni? In alcune cose sono d’accordo, in altre un pò meno (o anche tanto meno…). Ma è così che ci vedono da fuori. Cosa è che possiamo migliorare, cambiare?

Io potrei raccontarvi la mia personale esperienza, in quanto anch’io non sono nato in Italia e sono arrivato qui per fare l’università, e poi ci sono rimasto. Ho sentito molte di queste differenze culturali anche sulla mia pelle e spesso mi sono meravigliato delle differenze (o anche spesso degli assurdi…) che ho trovato nel mio percorso. La burocrazia in primis…

Ma ho imparato ad amare queste differenze e adesso cerco di trasmettere e fondere le differenze culturali per tirar fuori il meglio dei due mondi. E aiutare gli altri a fare altrettanto.

Non tutti in Italia sono in ritardo. Non tutti sono avversi a prendere i rischi. Non tutti restano a casa fino ai 40 anni.

Ma le idee, se non hai dei bei appoggi, non vengono praticamente mai finanziate. Se volete una cosa del genere, meglio rivolgersi all’estero… Pagamenti sono sempre un punto di domanda. Fallimento raramente viene accettato – si accusa la persona…

Turismo? Sicuramente non viene sfruttato neanche l’1% del potenziale del turismo che questo paese ha. Perché? Perché ognuno cerca di fare qualcosa per conto proprio arrangiandosi al meglio delle proprie possibilità, senza mai un movimento organizzato, nonostante tutti i soldi che vengono pagati alle provincie e comuni, che dovrebbero essere principali promotori dello stesso.

Siamo visti un pò come amanti di bella vita, poco seri nel business. Non credo sia proprio così. O forse mi sbaglio…?

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