The Hacker Way

L’altro giorno Mark Zuckerberg, il fondatore del noto social Facebook, in prossimità dell’imminente entrata del sito in borsa, ha inviato agli azionisti una sua personale lettera che parla della visione e della missione del Facebook.

E quello che più mi ha impressionato in questa lettera è quello che lui descrive come The Hacker Way, parlando della cultura all’interno dell’azienda. Vediamo cosa intende:

La parola “hacker” ha, ingiustamente, una connotazione negativa, descritti nei media come persone che irrompono nei computer. In realtà, hackare significa costruire qualcosa velocemente oppure testare i confini di ciò che può essere fatto. Come molte cose, questo può essere usato per fare bene o male, ma la grande maggioranza di hackers che ho incontrato tendono ad essere persone che inseguono ideali e vogliono avere un impatto positivo sul mondo.

The Hacker Way è un approccio per creare che coinvolge il miglioramento continuo e l’iterazione. Gli hacker credono che le cose possono sempre essere migliorate, e che niente è mai completato. Devono solo ripararlo – spesso in faccia delle persone che dicono che è impossibile oppure che sono contente di mantenere lo status quo.

Gli hacker tendono di costruire i migliori servizi a lungo termine rilasciando prodotti velocemente e imparando dalle piccole iterazioni, anziché tentando di fare tutto giusto e perfetto al primo tentativo. Per supportare ciò, abbiamo creato un framework di prove che, in ogni istante, può provare migliaia di diverse versioni di Facebook. Da noi c’è un detto: “Fatto è meglio che perfetto”, che è dipinto sui muri per ricordarci di continuare a spedire il nostro prodotto.

Hacking è altrettanto una disciplina attiva e facilmente approcciabile. Anziché dibattere per giorni se un’idea è possibile o quale è il modo migliore di fare qualcosa, gli hacker semplicemente creano un prototipo e osservano se funziona o no. Esiste un mantra tra gli hacker che sentirete molte volte negli uffici di Facebook: “Programmare con argomenti.”

La cultura di hacker è anche molto aperta e meritocratica. Gli hacker credono che la migliore idea ed implementazione dovrebbe vincere sempre, e non la persona che è migliore a sgomitarsi per un’idea o la persona che gestisce altri.

Leggendo queste righe, non può non venire in mente il parallelo con la filosofia della Lean Startup. Sperimentare, provare, spedire, vedere cosa funziona – cosa piace ai clienti, iterare. Tutto alla massima velocità possibile. Continui cicli di iterazione che corrispondono a ciò che noi chiamiamo cicli PDCA, cicli di apprendimento e miglioramento continuo.

Anche se non sono un grande fan della Facebook, non posso che essere contento di vedere dei principi del lean thinking applicati anche in quest’azienda che, con i suoi attuali 850 milioni di utenti, sta completamente rivoluzionando il modo di comunicare e connettere le persone.

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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