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E-lettera di John Shook: Imparare lean collaborando

John Shook ha inviato la sua ultima e-lettera che parla di apprendimento collaborativo. Ecco qui sotto qualche estratto liberamente tradotto:

Mi piacerebbe sapere di più sull’apprendimento. Conosco molto, ma neanche da vicino abbastanza. Come voi, sono stato educato – spero di aver anche imparato qualcosa nel processo – per molti (forse troppi?) anni. Ma ho continuato a imparare, durante la mia vita, anche al di fuori dell’educazione formale, nel lavoro e nella vita privata. Ho anche letto una libreria piena di libri su qualsiasi dimensione di apprendimento che potete immaginare: sviluppo dei bambini, apprendimento negli adulti, apprendimento per socializzazione, apprendimento organizzativo, la scienza neurologica di apprendimento, e anche vari principi e tecniche di apprendimento applicate alla pratica del lean.

Se avete letto fino a qui, avrete capito che la pratica lean è, in sostanza, TUTTA riguardante l’apprendimento. Al livello individuale e al livello dell’organizzazione. Nessuna trasformazione lean avrà successo sul lato operativo senza un successo sul lato sociale – le persone che lavorano e apprendono insieme.

C’è una caratteristica in comune a tutti i praticanti del lean che ho incontrato: AMANO imparare. Sono curiosi per natura ma, ancora più importante, DESIDERANO imparare. Potreste dire che, come esseri umani, stiamo imparando tutto il tempo, giusto? Forse, ma ci sono due cose da considerare. Prima, il modificatore “DESIDERIO” è importante. Solitamente potete imparare lean in maniera più efficace se avete intenzione di imparare dall’inizio ciascuna attività, anziché passivamente che l’apprendimento accada. Ascoltate ad esempio il vostro preferito musicista o atleta che descrivono in che modo lui o lei abbia raggiunto le loro capacità.

Secondo, qualche volta ci accontentiamo di cadere nella compiacenza della persona “che sa”. Ci si sente comodi pensare di sapere la risposta in qualsiasi situazione. Infatti, le organizzazioni tradizionali incoraggiano questo modo di pensare. In un ambiente simile, i leader a tutti i livelli devono SAPERE, conoscere il modo migliore, il modo corretto, la soluzione, in qualsiasi momento e in qualsiasi difficoltà. Mentre sapere le cose è importante, tale comportamento, spesso molto persuasivo, può distruggere il valore del fermarsi e chiedersi semplicemente: “Cosa sappiamo veramente di questa situazione, e cosa dobbiamo ancora imparare?”

Nel libro The Learner’s Path – Practices for Recovering Knowers, autore Brian Hinken esplora le menti e comportamenti dei “sapientoni” e “apprenditori”. In realtà, tutti noi passiamo dall’essere apprenditori in un istante ad essere sapientoni in quello successivo. Ma più ci alleniamo per abbracciare l’apprenditore dentro di noi, e più impariamo…

E’ una bella sfida farlo, ed è per questo che i sistemi lean (sistemi socio-tecnici, dove i processi operativi SONO le persone che sviluppano i processi) rispondono a questa sfida con strumenti e metodi specifici – i meccanismi per imparare il lean. Ci sono molti strumenti e pratiche cui scopo è di rendere possibile l’apprendimento desiderato, e ognuno di questi è basato sul ciclo di apprendimento scientifico PDCA, la chiave per imparare più velocemente e più a fondo nelle circostanze della dinamicità del mondo reale è di fare questi cicli velocemente e desiderandolo.

Questo è proprio quello di cui ho parlato nei giorni scorsi negli articoli che parlano di libertà di sbagliare e pratica mirata e deliberata, e anche l’articolo che parla del Shu Ha Ri e sviluppo della leadership nelle organizzazioni.

Smettere di imparare in maniera mirata nelle organizzazioni equivale al suicidio economico dell’azienda. Chiunque non lo fa in questo momento, avrà tempi difficili in futuro, se non immediato allora lontano. L’unica strada e soluzione è quella di iniziare da ieri a creare la cultura dove le persone possono avere spazio per imparare e sviluppare la loro maestria nella mansione in cui lavorano.

Avete già iniziato a farlo nella vostra azienda? E cosa aspettate, che la crisi passi da sola per qualche intervento divino?

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