Moneyball, l’arte di vincere

Premetto che non sono particolarmente fan né di Brad Pitt né di baseball, ma recentemente mi è capitato di vedere il film Moneyball, che è una storia vera basata sui successi di una delle squadre più improbabili per vincere nella MLB, gli Oakland A’s.

Per farla breve, questa squadra era in assoluto la squadra più povera di soldi del campionato professionista americano e, nonostante la bravura del loro coach che li ha portato molto in alto nella stagione precedente, in quella successiva, per sopravvivere economicamente, doveva vendere tre dei suoi giocatori migliori.

Ma l’allenatore, interpretato da Brad Pitt, non si arrende al fatto che la stagione successiva dovrà per forza essere perdente, in quanto non si hanno soldi per acquistare altri giocatori. E non si arrende neanche al metodo storico di scelta dei giocatori (ovvero: quello mi piace, quello non corre bene, quell’altro è così, quello batte bene… che i suoi viceallenatori stanno esercitando alla perfezione in ogni riunione tecnica).

Lui invece, in una di queste riunioni, gli fa una domanda: Quale è il nostro problema? E tutti rispondono all’unisono: adesso stiamo perdendo tre giocatori migliori, dobbiamo sostituirli, dobbiamo investire per prenderne altri. E lui li interrompe bruscamente: “Non avete capito nulla! Il nostro problema non sono loro tre e le loro sostituzioni. Le altre squadre in questa lega hanno milioni di dollari da investire, noi abbiamo zero (o quasi). Dobbiamo essere creativi. Dobbiamo pensare diversamente!”

Così questa trama va avanti, lui trova una persona che, effettivamente, pensava diversamente e aveva anche un metodo tutto suo, e insieme creano una delle squadre vincenti più improbabili della storia.

Ma quello che è la vera lezione di questo film è proprio il fatto che i problemi prima devono essere capiti a fondo, e non serve buttare enormi quantità di soldi per acquistare una soluzione quando la stessa può essere raggiunta anche tramite l’utilizzo della testa, della logica e a poco costo.

Un esempio divertentissimo di questo stesso principio è un racconto di Bill Waddell qualche giorno fa su Evolving Excellence, dove una soluzione da 20$ inventata da un operaio incavolato era sufficiente per risolvere definitivamente il problema di una azienda che per la soluzione dello stesso aveva messo in palio qualche milione tramite la ditta di consulenza. Potete leggere l’articolo qui.

Non pensate che sono i soldi che comprano una soluzione. E’ la testa e tanto gemba che servono per trovarla…

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Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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