Lezioni di tennis

Questo è un articolo un pò diverso dai soliti che vengono scritti su questo blog, ma comunque interessante per capire come applicare il lean thinking negli ambiti diversi da quello puramente lavorativo aziendale.

Qualche giorno fa mia moglie ha espresso il desiderio di imparare a giocare a tennis e io mi sono offerto a farle da insegnante, vista la mia esperienza di più di 26 anni sui campi da tennis (ho iniziato a giocare a 11 anni, adesso ne ho 37…).

Abbiamo deciso di partire dai colpi fondamentali, ossia il diritto e il rovescio.

Quando ero piccolo, mi ricordo ancora come mi sono stati insegnati questi colpi, ma da allora molte cose sia nella tecnologia delle racchette sia nel modo di colpire la pallina sono cambiate (avevo agli inizi le prime racchette metalliche, pesantissime e con le quali era molto difficile dare il topspin, quindi tutta la tecnica era completamente diversa da quella del tennis moderno).

Ma avendo seguito il progresso della tecnica sono comunque in grado di spiegare come la pallina deve essere colpita con la tecnica moderna, e anche ad eseguire il colpo in maniera corretta personalmente. Ma il problema che si poneva non era come lo faccio io, ma come trasmettere questa tecnica a qualcuno che non ha mai prima giocato a tennis.

Avevo bisogno di un metodo e di un processo. So che molti di voi direte: ma perché non siete andati da un maestro professionista che avrebbe potuto insegnarle a giocare in qualche mese, pian pianino. Ma ho visto molti maestri che insegnano ai principianti i colpi, e quello che ho osservato è che il processo è molto inefficiente, in quanto dopo mesi di allenamento e prove la persona è in grado di eseguire un movimento base, ma non è competitiva se deve fare un palleggio prolungato in quanto la tecnica base non è sufficiente per palleggiare con “uno bravo”. E poi la spiegazione tecnica, se non si tratta di un esperto a livello nazionale, è molto scarsa…

Allora ho deciso di costruire io un processo di allenamento efficiente che rispecchi tutto il movimento dei giocatori moderni, ma che sia facile da imparare anche da parte di chi appena inizia. E spiegato con un processo e linguaggio semplice, comprensibile anche ai profani dello sport. In pratica, uno standard iniziale. Una ipotesi. E ho deciso di insegnarlo così a mia moglie.

In pratica, per imparare il diritto o il rovescio, il processo è quello di portare l’allievo attraverso 5 fasi del colpo, facendogliele fare singolarmente e poi costruendo passo passo il colpo completo. Obiettivo: efficienza e tecnica di esecuzione, non la forza. Per farlo, non siamo iniziati dal colpire la pallina, siamo andati a imparare il movimento del corpo senza la racchetta, a vuoto, in casa. Lì le avevo spiegato in che modo andremo a ottenere quel movimento, attraverso quali fasi singole ci muoveremo per assimilare i concetti e i movimenti del corpo.

Poi siamo andati sul campo a fare qualche colpo. E abbiamo attraversato le fasi di esecuzione del colpo, passo passo. E a mia grande sorpresa, già dopo la prima ora di campo, era in grado di eseguire il movimento abbastanza correttamente. Aveva ancora il corpo un pò rigido e non si sapeva ancora posizionare correttamente sulla pallina, ma cosa puoi aspettarti dopo 60 minuti di campo (mica tutti siamo dei Federer…). I fondamentali del colpo c’erano, bisognava solo approfondirli un pò e provarli un pò di più, ma il movimento corretto è stato appreso. E lo è stato anche in maniera tale che quando eseguiva il colpo, era mia moglie che diceva cosa è andato male, in quanto aveva capito come si ottiene il movimento completo dopo che le avevo insegnato le singole fasi una ad una, ed era in grado di autocorreggerlo…

In pratica, in un’ora di lezione, sono riuscito a portare un principiante assoluto ad eseguire un colpo tecnicamente corretto. Quanti maestri di tennis hanno questa efficienza?

Comunque, come vi ho detto, è tutto nel processo e nel metodo di insegnarlo. Se tenti di insegnare un processo ad una persona senza spiegargli i dettagli e il processo passo passo, spiegando anche come e perché di determinati movimenti e come questi influiscono sull’esito finale del processo, otterrai probabilmente un risultato a breve periodo abbastanza mediocre e poi dopo sarà difficile andare a cambiare le abitudini non perfette acquisite (perché insegnare qualcosa che potrebbe avvicinare al colpo corretto in un futuro imprecisato e non insegnare da subito il colpo eseguito correttamente da subito? Nelle scuole di tennis tradizionali succede esattamente questo – il processo non è efficiente…). Invece se dall’inizio si insegna il metodo corretto, la persona da subito capisce come dovrebbe essere fatto il processo (la procedura standard attualmente migliore) ed è anche in grado di pensare cosa può aggiungere di suo per migliorarla senza togliere qualcosa che per il colpo è di importanza essenziale…

In pratica ho insegnato il metodo TWI a mia moglie, applicato al tennis, partendo da uno standard iniziale. Io ho imparato molto dal processo e nell’insegnamento dei prossimi colpi il mio metodo di insegnamento sarà leggermente modificato per precisare alcuni particolari che a me venivano naturalmente e non sapevo il perché, ma adesso, insegnando, li ho capiti e sono in grado di esporli in maniera tale che anche un principiante sia in grado di capire il come e il perché. Mi sembra, al momento, un esperimento molto ben riuscito. Adesso tocca fare molta pratica, approfondire, ma l’inizio è molto incoraggiante e i fondamentali ci sono… E anche mia moglie è molto contenta del progresso fatto in così poco tempo: non se lo aspettava proprio così veloce (pensava di essere negata per questo sport…).

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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