Lean Experience Factory: Le Impressioni

Ieri sono stato all’inaugurazione di Lean Experience Factory.

Le mie impressioni? Onestamente, pensavo meglio. Si è passati due ore ad ascoltare le presentazioni tecnico-politiche che hanno portato alla scelta di aprire questa nuova società di formazione professionale, dove verranno insegnati i principi del lean thinking alle aziende che ne faranno richiesta.

Io venendo pensavo di andare nella fabbrica e di vedere qualcosa di nuovo, di imparare qualcosa, invece la visita in fabbrica è durata neanche 10 minuti dove ci sono solo state mostrate le due camere, una produttiva e una aula di formazione, dove andranno svolti i corsi pratici di formazione per il lean manufacturing.

Il direttore della McKinsey Ervino Riccobon ha mostrato che qui si tratta di una esperienza vera, in fabbrica, di miglioramento, e che esperienze dirette portano ad un assorbimento di 65% delle informazioni, come se si trovasse nella propria azienda di appartenenza. Le simulazioni in aula senza la produzione diretta portano ad un assorbimento di 30%, mentre quelle puramente teoriche sul 10%. Quindi l’esperienza diretta rappresenta il metodo migliore di apprendimento, come ho sempre sottolineato anche varie volte su questo blog – per imparare bisogna andare a vedere e a capire la situazione reale, genchi genbutsu.

Ed è per questo motivo che le varie enti regionali, unite alla McKinsey, hanno realizzato la fabbrica modello, dove le aziende potranno fare esperienza diretta del lean, imparando i concetti lean producendo.

Si tratta di una iniziativa unica del suo genere in Italia (e una delle poche in Europa) e merita per questo motivo tutti gli elogi. Quindi ottima iniziativa, sponsorizzata e promossa bene, anche da parte della Regione.

Ma sono rimasto deluso da come viene realizzata questa fabbrica “vera” e come verrà gestita questa formazione diretta. In pratica si vuole fare la formazione in tre fasce: quella per gli amministratori di una giornata, quella per i dirigenti di 5 giornate e quella per gli operativi di 22 giornate. In queste giornate sarebbero insegnate, con simulazioni in aula e lavoro diretto nel reparto, le tecniche e strumenti di trasformazione lean. Dicono altrettanto di insegnare le tecniche di gestione del personale, della motivazione e passione per il lavoro. Questo è tutto ancora da vedere e dimostrare. Comunque non mi soffermo su questo fattore.

Mi soffermo invece sul fatto che il reparto produttivo non è proprio un ambiente di lavoro realistico come si potrebbe far credere di primo acchito. Sì, ci sono i materiali, ci sono i magazzini, viene fatto un prodotto, ma secondo me è tutto troppo, come dire, simulato…

Per me sarebbe molto meglio realizzare queste formazioni direttamente nelle aziende, e non crearne altre simulate. Nelle aziende reali, dove si lavora con prodotti e problemi reali, e si risolvono problemi veri, insieme alle persone che fanno il lavoro tutti i giorni.

Io insegno nelle aziende le stesse cose (value stream mapping, flusso teso, takt time, pull, PDCA, TPM, SMED, OEE, profittabilità, risparmio dello spazio, valore aggiunto, riduzione sprechi, standardizzazione ecc.) man mano che insegno alle persone i principi, prima nei processi dedicati e poi allargando l’insegnamento all’intera forza lavoro. Potete contattarmi per una esperienza diretta nel vostro stabilimento attraverso la pagina dei Contatti. E potete vedere quanto costano le formazioni che offro alle aziende nella pagina dei Prodotti e Servizi. Penso che di spazio per collaborare c’è e che i miei costi sono molto più competitivi rispetto alla McKinsey… Preferisco, ad esempio, fare la mappa del flusso di valore sul processo reale, gestendo i problemi veri, reali, e facendo imparare alle persone i concetti sempre eseguendo il loro lavoro e portandoli a capire da soli dove possono migliorare, senza forzare i principi su di loro tramite una formazione prestabilita che ti dice esattamente quanto miglioramento si può ottenere dal processo (che ci è stato fatto vedere durante la visita). Per definizione, il miglioramento continuo non finisce mai, e se si dice alla persona che la produttività può aumentare da 5 a 10 pezzi in un determinato periodo di tempo, si limita secondo me la sua creatività. E poi, anche se non riesce a realizzare 10 pezzi ma ne realizza 8, il miglioramento viene lo stesso raggiunto. E da quello che ho visto in questi pochi minuti, questa cosa non viene insegnata – come se venisse imposto sulle persone che il miglioramento possibile è questo e che andare oltre non serve.

E se si invece insegnasse alle persone di pensare e di trovare soluzioni per farne 11? O 12, 13, 15 o 20 pezzi? Riducendo ulteriormente gli sprechi, gli spazi, i magazzini? Non sarebbe meglio?

Questo è ciò che ci insegnano i veri maestri del lean. Non bisogna mai accontentarsi. Non bisogna mai fermarsi. Bisogna sempre cercare di fare di più.

Sicuramente l’esperienza può servire per chi non sa niente di lean, ma può essere limitativa per chi ne è già abbastanza pratico. E poi non rispecchia una produzione reale, perché ogni produzione è diversa, ha i suoi limiti e vincoli, e deve essere gestita in maniera diversa, unica. Ed è per questo che considero la formazione direttamente in azienda molto più significativa ai fini pratici di insegnamento del lean. In questo modo le persone che lavorano in un processo per anni e pensano che non si può fare niente, vengono prese alla sprovvista dal miglioramento possibile in pochi giorni. Ed è lì che iniziano a capire il vero valore del lean.

Un ambiente simulato dove tutti i miglioramenti sono programmati e previsti e fissati in quantità non può rappresentare in maniera veritiera una situazione reale in azienda. Mi dispiace lean experience factory, ma non sono il vostro fan…

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

5 comments… add one
  • Cristina Musat Giu 24, 2011, 1:34 pm

    Io ho visto parecchie iniziative simili nelle grandi imprese, sia in Romania sia in Europa – sotto il nome di “Lean Academy”, o nelle universita, ma sempre con lego o altri giochi piu o meno semplici.
    E utile fare una simulazione durante la prima fase di presentare i principi Lean, ma per fare un miglioramento e piu utile imparare dalla propria esperienza.
    Anche se e meglio anche di non sbagliare troppo nelle situazioni di vita reale …
    Ma cio che non mi piace per niente e di vedere gli altri come usano delle parole grandi per creare false aspettazioni …

    • Dragan Bosnjak Giu 24, 2011, 1:56 pm

      Per la verità qui si tratta non di una fabbrica Lego, ma di una fabbrica dove viene effettivamente fatto un prodotto fittizio che non si da dove viene lanciato. Quindi è meglio di una simulazione Lego comunque.
      Ma per come è stata presentata l’iniziativa, mi è sembrato molto peso politico e delle istituzioni che vogliono promuovere loro stessi. Ad esempio, tra i testimonial del LEAN c’erano aziende (grandi e conosciute, per carità) che applicano LEAN da meno di due anni. Io se fossi dirigente di una tale società avrei almeno l’umiltà di dire che non so ancora niente del LEAN e che sto appena iniziando ad esplorarlo. E sicuramente non sarei andato a promuovermi come un profeta del LEAN che sa tutto e fa tutto… Ma per farsi vedere belli in pubblico e davanti alle autorità, questo ed altro…

  • Nick Giu 25, 2011, 6:03 pm

    Personalmente anche io nutro alcune perplessità su questa iniziativa.
    In particolare mi sento di fare un paragone (ad alcuni sembrarà un po’ tirato) con l’insegnamento di fisica nelle scuole superiori. C’è una prima parte di spiegazione teorica/studio delle leggi fisiche seguita da una seconda parte in cui tali conoscenze vengono applicate in laboratorio.
    Senza troppo sforzo d’immaginazione è facile comprendere come l’esperienza di laboratorio rappresenta una situazione ideale e spesso piuttosto lontana dalla realtà e il passo per arrivare a quest’ultima è ben più lungo rispetto a quello per passare dalla teoria all’esperienza “preconfezionata”.
    Per questo motivo concordo con l’autore dell’articolo sul blog che la lean andrebbe anche insegnata direttamente nella realtà (in quello che molti chiamano gemba) delle aziende che partecipano ai corsi anzichè in una fabbrica simulata.
    Certo che se si fanno i conti di quanto risulta facile agli organizzatori fare dei corsi in una realtà simulata e di quanto più difficile sarebbe farli nella vita reale di stabilimento si capisce il perchè di questa scelta. Inoltre, se fossi una delle aziende interessate da questi corsi, mi piacerebbe indagare sulla formazione e sull’esperienza di coloro i quali insegneranno in questi eventi formativi…non vorrei che anche loro avessero visto solo la fabbrica simulata e non quella reale.
    Con questo non intendo fare pubblicità all’autore del blog e ai suoi servizi di consulenza…intendo dire che quando si vedono lunghe liste di aziende di consulenza (economico-finanziaria-informatica) dai nomi altisonanti e ancora più lunghe file di politici si deve prestare molta attenzione a non cadere in qualche fregatura.

  • Davide Marini Giu 27, 2011, 9:36 am

    Condivido la delusione, pensavo anch’io che la fabbrica fosse “vera” e non una simulata.
    Non vorrei fare un commento troppo caustico, ma insegnare la lean in questo modo serve relativamente a poco perché va contro, o comunque con considera appieno, due dei principi basilari del miglioramento lean.
    1. la presenza nel gemba. E quello non è il vero gemba di un’azienda.
    2. il coinvolgimento diretto del personale reale. Senza il quale ogni progetto lean rischia di fallire, o di non partire nemmeno.
    Come detto da Dragan, un’iniziativa interessante e lodevole, ma se davvero si vuole fare un insegnamento d’eccellenza, o che comunque funzioni, sulla lean, questo non può prescindere dallo “sporcarsi le mani e le idee” nel gemba reale e con i “veri” operatori.

    • Dragan Bosnjak Giu 27, 2011, 9:54 am

      Grazie a entrambi per i commenti!
      Tra un paio di giorni pubblicherò un altro articolo che riguarda il fatto di dire di essere lean e vivere lean tutti i giorni, riferendomi al fatto di andare a fare bella figura con le autorità con meno di due anni di applicazione, solo per far vedere di essere dei buoni e bravi…
      Restate collegati!

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