Fenomeno Venerdì-Lunedì

Come impariamo le nuove cose?

La risposta più corretta è: molto lentamente…

E questa risposta si basa su uno studio del ricercatore Pascual-Leone degli anni novanta.

Cosa ha scoperto questo scienziato? Lui voleva vedere l’attività cerebrale delle persone cieche che imparavano il linguaggio Braille, e per lo scopo la misurava.

E si è accorto di un fenomeno molto interessante. Durante la settimana queste persone passavano attraverso intense ore di lezione e quando arrivava il venerdì il loro cervello mostrava una attività molto intensa, quasi un ribollio… Ma la cosa strana succedeva il lunedì: tutto quello che è stato acquisito nella settimana precedente sembrava andare perso e bisognava ripartire da capo, con la logica frustrazione…

E andava avanti così per circa 6 mesi, ogni lunedì bisognava riprendere i concetti già spiegati…

Ma poi, lentamente, le cose iniziarono a cambiare. Nei mesi a seguire, l’attività cerebrale del lunedì cominciava a crescere, mentre quella del venerdì cominciava a diminuire. Fino al momento in cui si arrivava alla parità… E questo periodo durava circa altri 4 mesi…

Cosa indicava questo fatto?

Indicava che si iniziava a creare una memoria a lungo termine, la “memoria del lunedì”. Questa memoria era il fondamento per ulteriori approfondimenti che venivano assorbiti durante la settimana. Li rinforzava. Nel cervello si creavano dei percorsi, schemi, che permettevano l’assorbimento delle nuove informazioni.

E permetteva l’apprendimento. Quindi, l’apprendimento non è un percorso immediato, del tipo fai un corso di formazione e sarai pronto… L’apprendimento richiede tempo affinché nel nostro cervello si creino questi schemi, questi percorsi fondamentali su cui poi aggiungere nuove informazioni. Richiede tempo affinché si “accendano le luci” su determinati fattori e che sembri che tutti i nostri sforzi abbiano senso…

Nelle organizzazioni tradizionali, purtroppo, questo fenomeno non viene applicato. La persona viene messa a fare un lavoro dopo avergli fatto qualche oretta di formazione in aula e poi generalmente lasciata ad arrangiarsi… L’insegnamento e l’apprendimento non avviene. Si sollecita solo un pò la superficie del cervello, si sposta l’attività del venerdì, ma quella del lunedì, che resta, non viene proprio toccata… E poi ci si lamenta delle persone che non sono capaci neanche ad imparare certe operazioni elementari…

Non è così che funziona… Ci vuole tempo, mesi, anni, per assorbire certi concetti e per essere efficienti nell’esecuzione. Per questo le organizzazioni lean ci mettono molto tempo a insegnare, anche i minimi particolari del lavoro, e anche ripetendo molte volte l’insegnamento. Tutto ciò per permettere alle persone di imparare, di sviluppare i loro percorsi, di incominciare il percorso verso la maestria.

Verso l’ARTE

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

5 comments… add one
  • Renato Set 10, 2010, 9:53 am

    Ho Trovato molto interessante questo articolo, che ricollego a qualcosa che avevo già letto, cioè che l’apprendimento deve essere intercalato con delle fasi di riposo per assicurarsi un’effettivo consolidamento delle nozioni apprese (purtroppo non ho riferimenti da passarti); in questo studio si dimostrava che nei test immediatamente successivi ad un corso, il numero di risposte esatte era inferiore rispetto alle risposte ottenute quando il test è eseguito il giorno successivo. Comunque, dopo una ricerca fatta all’istante ti passo questo link (http://www.molecularlab.it/insideneuroscience/?tag=neurotrasmettitori) che descrive un esperimento che porta a conclusioni similari.

  • sergio Set 10, 2010, 4:19 pm

    Si, questo concetto è riportato nel libro Brain Rules di John J. Medina dove congiuntamente al concetto dei 10 minuti di attenzione si consiglia di provare a creare lezioni di 10 minuti ripetute ciclicamente per migliorare la capacità di apprendere concetti base.

    Un ulteriore “trucco” per migliorare l’apprendimento è apprendere “sul campo”, ovvero nel luogo dove poi si dovrà mettere in pratica quanto appreso.

    Sembra infatti esista una correlazione tra gli stimoli sensoriali in particolare se si tratta di recuperare dalla memoria delle nozioni. Esperimento: se mentre insegno una determinata lezione spruzzo un profumo nell’aria e durante il test dove verifico l’apprendimento spruzzo lo stesso profumo è molto probabile che i risultati su quelle determinate nozioni correlate siano migliori.

  • Giovanni Set 12, 2010, 5:47 pm

    E’ proprio vero che ci vuole tempo assimilare i concetti Lean, capirne i reali benefici al di là della moda del momento.Quello che dice Sergio ( ciao) è profondamente vero, provare a capire il concetto in gemba ti aiuta a vedere con occhi diversi, ti spinge più velocemente a capirne i benefici. Più volte ho dovuto, insieme al responsabile del Kanban, andare in gemba e ripetere il concetto di come dovrebbe funzionare il kb, dove va applicato il cartellino, chi lo ritira, chi lo legge , dove lo porta, ecc. Abbiamo fatto, più volte, il percorso “fisico” del cartellino per capire come funziona. Quando abbiamo fatto questo abbiamo assimilato il beneficio del kb molto velocemente ma quello che più conta lo abbiamo fatto nostro.

  • Dragan Bosnjak Set 12, 2010, 6:09 pm

    Grazie a entrambi per il contributo, molto interessante!
    Brain Rules non l’ho ancora letto ma sicuramente lo farò.
    Il gemba, come dice Giovanni, è il fondamento del tutto, è l’unico luogo dove può avvenire il vero insegnamento!
    Ma sono pochi quelli che lo capiscono e lo applicano… Si preferisce fare qualche corso in aula e poi mandare la gente in pasto ai lupi…
    Come ho detto nell’articolo: COSÌ NON FUNZIONA!

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