Problem solving dei bambini

In passato avevo già parlato di esperienza da papà che sto vivendo a casa tutti i giorni, osservando come impara mio figlio a vivere nel mondo esterno e a scoprire cose nuove, a fare nuove conquiste tutti i giorni, e che lezioni possiamo imparare noi adulti da loro.

L’altro giorno ho vissuto un altro momento di questo tipo e, fortunatamente, sono riuscito a registrarlo in un video che vi propongo qui sotto.

Vi racconto la storia: siamo andati nel parco giochi con quelli scivoli di plastica. Lui si era incaponito di risalire lo scivolo al contrario perché aveva visto un bambino più grande farlo prima di lui. Così, tra tanti tentativi falliti, alla fine ce l’ha fatta, provando ad ogni tentativo una soluzione nuova, più creativa della precedente, fino a quando non ha trovato il metodo, che poi ha ripetuto tutte le altre volte perfezionandolo sempre di più.

Il problem solving al suo meglio insomma…

I tentativi:

  1. risalire a quattro zampe – fallito (0:08 nel video)
  2. provare ad allungare il piede destro per andare più in alto – fallito (0:14)
  3. provare a tenersi per le sponde con le mani – fallito (0:27)
  4. provare a rialzarsi e ripartire – fallito (0:33)
  5. primo tentativo di impuntare le punte di piedi ma una volta giunta la stanchezza (sulla parte più ripida) appoggiare il ginocchio – fallito (0:39)
  6. secondo tentativo come quello precedente – fallito (0:50)
  7. impuntare le punte dei piedi fino alla cima – E VAI! (1:07)

Il tutto ridendo e divertendosi come un pazzo, sia lui che noi che lo registravamo, incitandolo a ripetere, a rialzarsi, a riprovare… E congratulandosi con lui dopo il successo…

Vi ricordate quello che diceva Edison (più o meno)?

Ho trovato un migliaio di modi di non fare la lampadina. Poi è capitato anche quello giusto. Ma la cosa importante è imparare ad ogni fallimento.

Più o meno quello che faceva mio figlio sullo scivolo. Ogni tentativo è stato diverso, ad ogni tentativo sbagliato ha capito qualcosa e la volta successiva non l’ha ripetuto. Alla fine ha trovato il metodo giusto per risalire lo scivolo.

I bambini hanno questa innata capacità di risolvere i problemi. Peccato è però che questa capacità con tempo scompare, si perde da qualche parte. La mia idea è che questo passaggio avviene in scuola, dove i bambini seguono dei protocolli troppo rigidi e precisi e dove viene inibita la loro creatività. Ma di questo parlerò in un articolo successivo.

Adesso invece voglio fare qualche considerazione su quello che abbiamo osservato nel video.

Nelle vostre organizzazioni vengono posti degli obiettivi (risalire lo scivolo al contrario). Cosa succede dopo il primo tentativo non riuscito per avvicinarci all’obiettivo? Di solito veniamo accusati da qualcuno, ci viene data la colpa per non esserci riusciti, veniamo considerati degli incapaci. Inibendo così la possibilità di fare altri tentativi, altri fallimenti, che poi ci avrebbero permesso di imparare la strada giusta e infine raggiungere effettivamente questo obiettivo che ci è stato dato.

Secondo voi, è un modo corretto di agire?

Come ho già detto nel articolo linkato all’inizio: dobbiamo tornare a sviluppare nei nostri collaboratori la curiosità dei bambini e ad incoraggiarli a sbagliare, a tentare cose nuove, strade non scoperte. Divertendosi ma in maniera seria… Perché il lavoro deve essere per forza un peso?

Così l’idea creativa arriva prima o poi se l’obiettivo che gli diamo è quello giusto…

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

4 comments… add one
  • Massimiliano Chichi Lug 16, 2010, 9:06 am

    Sono assolutamente d’accordo. Però, secondo me non è negativo immettere un po’ di metodo nel processo creativo, anzi a volte aiuta a non tralasciare percorsi che portano a soluzioni valide

    • Dragan Bosnjak Lug 16, 2010, 9:17 am

      Sono assolutamente d’accordo con te, il metodo per essere creativi deve esserci, ma deve essere spiegato alla persona in linee molto generali (magari facendo ragionare e pensare la persona attraverso le domande specifiche per arrivarci da solo su quale è questo metodo…), in modo tale che segua le linee guida ma che abbia la libertà di trovare la propria strada verso l’obiettivo: è così che si impara e migliora…

  • Gabriele Tommasi Set 2, 2011, 8:50 pm

    Con mio figlio ho provato e provo le stesse sensazioni: le cose che mi hanno colpito di più sono state: la totale assenza di scoraggiamento nel cercare di raggiungere un obiettivo e la capacità di isolare i movimenti quando imita qualcuno: se ti imitano mentre fai un gesto per te scontato in loro lo vedrai fatto in maniera diversa mantenendo però la parte più significativa. Eliminazione dei movimenti superflui (sprechi)?

    • Dragan Bosnjak Set 5, 2011, 8:30 pm

      Direi che potrebbe essere vista anche in quella ottica…
      Ad esempio, insegnando a mia moglie a giocare a tennis negli ultimi giorni, anche il bimbo ha preso la racchetta e a vuoto eseguiva i movimenti che facevo vedere a lei. E li faceva perfettamente corretti, così come io li insegno, e non con movimenti in più che ogni volta esegue mia moglie…
      Bisogna sempre ricordarsi: i bambini assorbono! Se avessimo ancora in vecchia età quella capacità di assorbimento, saremmo dei fenomeni… Ma per avere le aziende che funzionano e che sono creative, dobbiamo coltivare nelle nostre persone questa capacità, è di importanza fondamentale…

Leave a Comment