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Cosa sono curve di compromesso?

Le curve di compromesso (cosiddette trade-off curves) descrivono i limiti di possibili prestazioni di un determinato particolare nei limiti imposti dal design del particolare adottato, in forma semplice e visuale. Solitamente dalla curva si legge immediatamente il limite inferiore e superiore per una data caratteristica entro i quali questa è nel campo ottimale di utilizzo.

Solitamente caratterizzano il rapporto tra due o più parametri chiave che collegano le decisioni legate al design con i fattori cui i clienti valorizzano come importanti nel particolare prodotto.

Come si costruisce una curva di compromesso?

Ad esempio prendiamo una curva di compromesso per trovare lo spessore della parete di un tubo (decisione del progetto) contro la pressione e velocità del fluido che ci passa all’interno (requisito del cliente). Si fanno degli sperimenti con vari spessori della parete e con una determinata velocità e pressione all’interno e si definisce il limite inferiore che può avere lo spessore prima di rompersi (sotto condizioni stabilite). Poi si cambia la velocità e si definisce un altro punto nel grafico e così avanti fino a costruire 4-5 punti che definiscono la curva. Una volta nota questa è facile prendere una decisione su che spessore prendere per avere un beneficio in termini di costo e non avere nessun difetto dal punto di vista qualitativo.

Di solito queste curve vengono riportate su un foglio che descrive completamente il fenomeno che si sta considerando:

Dove e come vengono utilizzate le curve di compromesso?

I fogli costruiti come descritto sopra vengono riportati nelle checklist che estraggono i punti chiave per i limiti di prestazioni di un dato particolare. Queste checklist poi vengono impiegate nella progettazione e sviluppo di nuovi particolari o di nuovi pezzi.

Nel lean thinking, la progettazione solitamente viene realizzata con metodo Set-Based Concurrent Engineering, ossia progettazione dove ogni progettista non considera una sola idea per realizzare il suo prodotto ma ne considera molte (un insieme) che poi man mano scarta quando ha a disposizione parametri più chiari e precisi dei requisiti del cliente e del prodotto finale.

Per realizzare ciò, il progettista ha bisogno di:

Come potete osservare, questo metodo è sostanzialmente molto diverso da quello che succede nelle organizzazioni tradizionali. Il suo scopo è la conoscenza, imparare a conoscere ciò che si progetta nei minimi particolari (vi ricordate della T rovesciata?).

Nelle organizzazioni tradizionali invece cosa succede? In pratica si sceglie una soluzione definitiva subito all’inizio del processo di progettazione, la si elabora fino in fondo, e poi dopo si correggono gli errori, si aggiusta nel corso d’opera ecc, nel contempo non imparando niente.

Quindi è un metodo che ci permette di avere costi totali inferiori, risultati migliori e ci porterà via tutto sommato meno tempo rispetto al metodo tradizionale (anche se all’apparenza può sembrare che è più laborioso e che non ci si muove da nessuna parte…). E inoltre i progettisti imparano a fondo ciò che stanno facendo, facendo delle prove e provando varie alternative fino a trovare quella migliore…

Nella vostra organizzazione, come vengono gestiti i progetti?

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