Grazie Francesca!

Quando lo studente è pronto, il maestro apparirà.

Proverbio buddhista

Non ho parole!

Non pensavo potesse mai succedere, almeno in questi anni dove un grande campione non veniva fuori…

Ma lei ce l’ha fatta. Ha vinto a Parigi, né è diventata regina!

Io, da grande fan di tennis, non potevo non farle il tributo su queste pagine.

La stessa cosa vale anche per Rafa Nadal, di cui avevo già scritto in passato, ma di lui una vittoria si poteva aspettare, visto il suo record sulla terra battuta… Della Francesca credo che non se lo aspettava nessuno…

Quello che gli ha portati a vincere è la loro passione, la loro voglia di combattere, a migliorare giorno dopo giorno, a cercare la maestria nel loro gioco. Avevano un obiettivo, Francesca magari un pò inferiore a Rafa, e lo hanno realizzato in pieno.

Tutti e due hanno vinto contro avversari più grandi, più forti fisicamente. Ma hanno vinto con la testa e con il talento, unito a gioia e passione per giocare, attaccando il lato forte dell’avversario, con una tattica quasi speculare tra la finale femminile e maschile.

Francesca il talento ce l’aveva sempre, ma non si era mai compiuta (fino a ieri) per un semplice motivo: spesso andava via con la testa, lasciava perdere i punti. All’inizio di quest’anno ha deciso che aveva bisogno di cambiare qualcosa, provare qualcosa di nuovo. E’ andata nel centro di Tirrenia dove l’ha seguito un ex pro come Renzo Furlan, unito a Corrado Barrazzutti che le hanno dato quello che non aveva mai avuto: la fiducia di poter vincere contro tutte. E sabato invece mi è sembrata un piccolo Rafa al femminile, lottava su ogni palla, la buttava di là, facendo imbestialire la sua, pur bravissima, avversaria, e chiudendo con i colpi che non si vedono più nel tennis femminile – i volley. Vincendo con talento e con merito. Ma ha deciso lei che era il momento di cambiare, di provare qualcosa di diverso, di andare a Tirrenia. E il maestro è apparso, dal nulla…

Cosa l’ha portato a questi livelli? La sua voglia di rimettersi in gioco sulla soglia di 30 anni, di migliorare, di cercare quel pelo nell’uovo, quella palla decisiva a suo favore, di cambiare sempre e migliorare. Un esempio della passione, del miglioramento continuo e della maestria raggiunta.

Pensate che loro giocano per i soldi? Non se ne parla neanche. I soldi non gli interessano. Gli interessa solo diventare giocatori migliori ogni giorno, fare quel punto in più del loro avversario, chiunque esso sia.

Pensate se nelle vostre aziende tutte le persone avessero un ideale come obiettivo (vincere un torneo di Grande Slam) e che lo inseguissero ogni giorno con passione. Cosa succederebbe? Avreste una forza lavoro ipermotivata a migliorarsi in autonomia, con uno scopo ben preciso in testa, a lavorare duramente sui piccoli particolari in cerca della maestria. Avreste una forza lavoro lean.

Grazie Francesca per le emozioni che ci hai regalato!

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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