Dopo Toyota a idrogeno, adesso anche elettrico

Il titolo alternativo sarebbe: come recuperare uno stabilimento chiuso da un mesetto per fare qualcos’altro in una joint venture con altri partner.

Circa un mesetto fa, la Toyota chiudeva il suo stabilimento in California, il NUMMI, che era il suo punto di ingresso in Nord America con la joint venture con GM.

La GM doveva imparare da questa avventura insieme alla Toyota i suoi metodi lavorativi e i segreti della sua efficienza e superiorità qualitativa sul mercato, la Toyota invece doveva capire se era in grado di trasportare il suo TPS al di fuori del Giappone, ossia se poteva adattarsi alla cultura occidentale.

Come ben sappiamo, la GM non ha imparato molto, la Toyota invece non solo ha imparato che poteva farcela ma è riuscita a sorpassare la stessa GM e portarla verso la rovina alla quale abbiamo assistito negli ultimi anni.

Ma la chiusura dello stabilimento californiano del mese scorso, dopo i grandi problemi di richiami della Toyota, poteva rappresentare per la Toyota stessa un grande punto negativo, in quanto quello che erano le comunicazioni ufficiali non davano segni di ottimismo e la Toyota non vedeva più nessun significato di mantenere lo stabilimento in piedi solo per divertimento (la GM né era uscita già da qualche anno non avendo capito niente…).

Ma adesso, solo un mese dopo la chiusura, la Toyota quel significato lo ha trovato.

L’ha trovato in una avventura insieme (joint venture) al costruttore di macchine elettriche di lusso, la Tesla. Fino a questo momento la Tesla è stata una azienda di nicchia, produttore di un solo modello di macchina elettrica, una sportiva di lusso del costo di più di 100.000$, denominata Roadster.

Adesso la speranza di entrambe le aziende è che l’esperienza di una nella costruzione delle macchine elettriche unita alla organizzazione dell’altra nella costruzione delle automobili in genere, possa portare a dei risultati incredibili per il mercato e per il futuro della automobile pulita.

La Toyota per la verità era già partita sulla strada della automobile ambientalmente neutra con l’annuncio della produzione di serie della macchina ad idrogeno, di cui avevo parlato in articolo precedente.

Adesso vuole farsi avanti anche nella produzione di auto elettriche a basso costo, perché lo scopo della joint venture è di produrre la Tesla in alcuni modelli ad un costo accessibile alla maggioranza di persone, e non solo la nicchia di lusso.

Vediamo alcune citazioni dei due CEO, Akio Toyoda e Elon Musk, dalla congiunta conferenza stampa:

“Vedo infinite possibilità riguardo alla tecnologia della Tesla e la sua dedicazione al monozukuri (approccio alla produzione della Toyota),” ha detto Akio Toyoda, Presidente di TMC. “Attraverso questa partnership, lavorando insieme con un business del futuro come lo è la Tesla, Toyota vorrebbe imparare dal suo spirito di sfida, veloce presa delle decisioni, e flessibilità che Tesla ha. Decenni fa, anche la Toyota era nata come un business del futuro. Mettendoci insieme con la Tesla, la mia speranza è che tutti gli impiegati della Toyota richiameranno dentro se stessi questo “spirito del business futuro, insicuro” e prendere sulle proprie spalle le sfide del domani.”

Toyota è una organizzazione fondata sull’innovazione, qualità e impegno per una mobilità sostenibile. Per noi è un onore ma anche una importante approvazione della nostra tecnologia il fatto che la Toyota ha deciso di investire e diventare partner con la Tesla,” ha detto il CEO e cofondatore della Tesla Elon Musk. “Non vediamo l’ora di imparare e di beneficiare dalla leggendaria progettazione, engineering, produzione e esperienza produttiva della Toyota.”

Parole incoraggianti quindi da entrambe le parti, vedremo in futuro come andrà ad evolversi la situazione. Le premesse ci sono tutte per una bella esperienza per entrambi e, soprattutto, per l’utente dell’automobile e per l’ambiente…

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

0 comments… add one

Leave a Comment