Il mio articolo odierno ha come obiettivo di farvi riflettere su quali dati raccogliere e usare e come vengono gestiti questi dati nella vostra organizzazione.
Nelle organizzazioni spesso vengono raccolte miriadi di diversi dati, fattori, statistiche ecc. Ci sono spesso molte persone che lavorano sulla raccolta di questi dati, li elaborano, li mettono a disposizione, si fanno rendere utili alla stessa.
Ma quello che raramente si nota è come vengono effettivamente utilizzati questi dati. Ossia, una volta raccolti e passati al richiedente (spesso a livello Amministratore Delegato o simili), non si ha la traccia dell’utilizzo di questi dati per migliorare veramente l’organizzazione.
Per questo vi domando: ma sono veramente utili tutti questi dati che vengono raccolti? Quanto tempo si perde a raccogliere i dati che nessuno andrà neanche a leggere o ci darà solo una rapida occhiata e non prenderà nessuna decisione strategica in base ad essi?
Le uniche metriche “buone” sono quelle che forniscono informazioni necessarie per prendere le decisioni utili per l’organizzazione. Ossia che portano alla risposta alla domanda: agire o non agire. “Tutto il resto è fluoro…”
Quali sono le caratteristiche delle buone metriche?
- allineamento con la visione: i dati devono essere collegati alla visione della vostra organizzazione, alle prestazioni in funzione di essa, ai problemi nel raggiungerla, ai bisogni di essa
- azionabilità: deve essere definito il campo di azione per la metrica in modo tale che sia ben chiaro cosa deve succedere e cosa bisogna fare se la metrica sta salendo o scendendo
- rintracciabilità in tempo reale: le metriche migliori sono quelle che vengono monitorate in tempo reale, quando l’evento sta succedendo e in una scala temporale definita. Le metriche come medie non hanno molto senso in quanto appiattiscono i picchi e le valli che potrebbero essere la fonte di comprensione dei problemi reali che succedono
- valutazione onesta: le metriche devono essere costruite in modo tale che la valutazione della prestazione possa essere onesta, sia che essa sia buona o cattiva
- consistenti: i criteri che le definiscono non devono variare nel tempo
- ripetibili e riproducibili: con poca o nessuna soggettività in funzione della persona che le sta rilevando
- prevedibili: in modo tale da poter formulare delle ipotesi su di esse e poi verificarle dopo la fine del processo
Secondo me, di tutte queste caratteristiche, quella più importante è la prima: allineamento con la visione. Perché penso così? Perché se una metrica non è collegata in qualche modo, e determina il raggiungimento della visione, essa è uno spreco e non dovrebbe essere neanche gestita.
Quante volte vediamo le fabbriche nelle fabbriche che producono dati su dati e poi nessuno li utilizza per qualcosa di utile? Quasi sempre…
Per questo è meglio avere uno, due, tre dati che rintracciamo ma che ci dicono esattamente se la nostra organizzazione sta andando dove la vogliamo, anziché gestirne 100 che creano solo confusione e fanno perdere il tempo prezioso alle persone…
Voi cosa ne pensate?