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Applicazione di lean thinking nelle PMI

Lean thinking nelle PMI: è un connubio possibile?

La mia risposta è assolutamente sì! Anzì, nelle PMI è anche molto più semplice portare avanti i principi in quanto la complessità di queste è nettamente inferiore a quella delle aziende grandi.

Ci sono meno processi, meno persone da coordinare, atmosfera più familiare tra i partecipanti, quindi tutta una serie di vantaggi non indifferenti, che potrebbero aumentare la velocità di implementazione.

Ma molti mi dicono che nelle PMI lean non è possibile. Perché secondo voi?

Io vi dò la mia possibile spiegazione, ma mi piacerebbe sentire anche la vostra sull’argomento.

La mia risposta parte dall’impegno che è necessario per portare un’azienda sui binari lean. L’impegno che parte in primis dall’imprenditore.

In Italia siamo abituati di avere imprenditori che comandano, che danno ordini e i subordinati che eseguono. Siamo fatti così, è la nostra cultura aziendale. Sono pochi gli imprenditori che sono capaci di capire e cambiare questa cultura, soprattutto nelle PMI. E per applicare lean thinking, è necessario proprio questo cambiamento culturale da parte dell’imprenditore. Un’impresa non diventerà mai lean se viene assunto un consulente che cambia qualcosa a breve termine ma non ha nessun sostegno a lungo termine da parte del personale dell’impresa e da parte dell’imprenditore.

L’imprenditore solitamente prende un consulente per risolvergli un problema ma questo atteggiamento di deresponsabilizzazione dell’imprenditore, secondo me, sposta troppo l’asticella di responsabilità sul consulente che fa il proprio meglio per aiutare ma spesso non ha le risorse né il potere necessario per effettuare un cambiamento sostenibile.

Per questo motivo troviamo spesso le situazioni in cui, una volta andato via il consulente, l’azienda torna a dove era prima, anzì, peggio di come era prima, in quanto le persone perdono fiducia e morale dopo che per alcuni mesi (o anni) sono andate meglio in tutti gli aspetti.

E la responsabilità per questa situazione sicuramente non è del consulente, ma è dell’imprenditore che dovrebbe impegnarsi in prima persona a capire i concetti proposti dal consulente, a capire i principi di lean thinking e a costruire una cultura aziendale sostenibile nel tempo. E di illuminati ce ne sono veramente pochi. La colpa di questo sicuramente è in assenza di insegnamento della cultura imprenditoriale nel nostro paese (date un’occhiata all’articolo su Postilla). E della sbagliata interpretazione del ruolo del consulente.

Il consulente dovrebbe fare quello che dice il suo titolo: CONSULTARE l’imprenditore, e non FARE tutto lui. La responsabilità per la cultura e il miglioramento è e deve restare dell’imprenditore. Ne avevo già parlato anche di questo argomento su Postilla.

Tornando alle PMI, con un imprenditore impegnato a promuovere la cultura dell’azienda (di miglioramento continuo, sviluppo delle persone e trasparenza assoluta) e con personale impegnato a seguirlo, il cambiamento si fa in pochi mesi. Con un imprenditore che lascia tutto il lavoro al consulente, il cambiamento non si fa mai…

Questo è la mia opinione. Quale è la vostra?

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