Dedicato a Moby Dick

Non pensate mica che mi sto riferendo alla balena del romanzo di Melville…

Mi sto riferendo al pesce rosso che abbiamo in casa che, visto che ha da poco compiuto 3 anni, è diventato grande come una balena (circa 12 cm di lunghezza all’ultima misurazione) e quindi gli è stato dato (scherzosamente, chiaro…) il nome Moby Dick…

Ma cosa centra un pesce rosso con un blog che parla di gestione delle aziende? Ve lo spiego tra poco.

Di cosa ha bisogno un pesce rosso?

  • Del cibo, una volta al giorno
  • Del cambio dell’acqua e filtri, una volta ogni 15 giorni (se avete un impianto di ossigenazione; se no, ogni giorno cambio acqua)
  • Del “liquido blu”, come lo chiamo io, che in pratica fornisce all’acqua una sostanza necessaria per creare un ambiente simil-naturale al pesce e permette così la sua sopravvivenza (insieme al cambio dell’acqua)

E basta…

Il pesce rosso, dandogli queste tre cose, può vivere anche fino a 20 anni (così ho letto su internet, non voglio neanche pensarci che può crescere fino a 25 cm di lunghezza e che camperà fino a quando mio figlio non andrà all’Università…).

Ma cosa mi chiede sempre la signora del negozio dove l’ho comprato? Ma come mai il suo pesce è ancora vivo? Di solito vengono e comprano il pesce e dopo 2-3 mesi questi muoiono e ritornano a comprare dei nuovi. E io innalzo le spalle e non so che risposta darle.

Ma la risposta c’è ed ha anche un nome: la costanza di scopo (far sopravvivere il pesce) e applicazione quotidiana dei principi necessari (procedura descritta sopra)!

In casa abbiamo un piccolo calendario dove sono annotate le scadenze del cambio acqua. Una checklist che contiene la descrizione breve del lavoro da fare (lavoro standard). E questa checklist viene rispettata. Ogni 15 giorni l’acqua del pesce viene cambiata. E il pesce vive.

Nella vostra organizzazione, avete definito il lavoro standard per le manutenzioni regolari? Avete fatto l’elenco di tutte le manutenzioni da fare sui vostri macchinari? Avete definito le checklist per i leader (il lavoro standard dei capi reparto) per le loro routine quotidiane?

No? Allora perché vi lamentate se le vostre macchine si rompono (o muoiono, in “pescese”…)?

Non vi servono tecnologie particolari, database sofisticati o altro. Vi basta uno scadenzario che tenete aggiornato. Con costanza, giorno dopo giorno, annotandovi eventuali cose da modificare e/o aggiungere, e risolvendo i problemi eventualmente riscontrati.

E così realizzate il vostro TPM… (in termini molto semplicistici, ma la sostanza e il cuore è quello…)

Avanti, cosa aspettate: fate lo scadenzario, formate il vostro personale a seguirlo e seguite che venga effettivamente fatto ciò che vi è scritto – infatti, il mio feedback con il pesce è semplice (il pesce è vivo o morto), invece in azienda bisogna andare a vedere (genchi genbutsu) che una manutenzione è stata fatta e non solo controllare la firma dell’addetto sul foglio di carta… E valutare anche la bontà delle contromisure fatte per risolvere i problemi. E se non ci sono problemi, a detta di addetti, ricordatevi sempre la famosa frase:

No problem is a problem.

Alla prossima.

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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