Cosa ci aspetta nel futuro?

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Questa è la domanda che pone Fabio Cappellozza, presidente di Considi, in un intervista apparsa nell’ultimo numero di Quaderni di Management.

Quali sono i principali punti salienti del suo discorso?

  • La necessità di integrarsi e fare massa critica tra i major player nel campo della consulenza, creando così delle realtà che possano confrontarsi con il mondo anglosassone o orientale
  • Il trasferimento della conoscenza in ambienti ad alta professionalità, dobbiamo puntare con forza la nostra attenzione nel trovare metodi e strumenti che ci consentano di far crescere in modo rapido ed industriale le nostre risorse umane
  • La standardizzazione dei processi, capire come si affrontano i progetti, riducendo i rischi di errori, di lacune, di ridondanze: la cultura tedesca manifesta un maggiore senso del gruppo, e una maggiore inclinazione per gli standard
  • Il Toyotismo come fattore di sopravvivenza, non è più il fordismo tutto ciò che ha guidato il mercato nel corso dell’ultimo secolo, ma il toyotismo: esso deve diventare prassi comune, diffusa, non un elemento di distintività ma un elemento strategico di sopravvivenza, un pezzo di cui non si può fare a meno di avere
  • Voler diventare dei perfezionisti: Valorizzare le proprie competenze di mestiere vuol dire saper fare proprio quella specifica cosa, saperla innovare, continuare a migliorarla. Vi deve essere una tensione particolare a voler diventare dei perfezionisti. L’Università crea le basi, sulle quali diventa fondamentale il ruolo dell’azienda. Il vero salto competitivo è proprio questo: che l’azienda impari a plasmare e far crescere le risorse al proprio interno, e siamo molto, molto lontani ancora da questo… Se non si riesce ad innescare un processo virtuoso di crescita e di valorizzazione del mestiere delle nostre risorse interne, le nostre aziende si svuoteranno, perché si svuotano di capitale umano
  • In occidente la logica è “tira fuori il problema e fai andare avanti la linea”, in oriente assolutamente no: il problema è un’opportunità di miglioramento che va subito affrontata e risolta in modo strutturale affinché non si ripresenti più. Questa logica è il più grande investimento che le aziende italiane devono fare.
  • Quello che propongo è un ribaltamento rispetto a ciò che troviamo nella realtà: oggi dobbiamo trovare delle logiche, dei progetti, dei metodi, che ci facciano fare il salto. E questo salto si fa solo se si mettono d’accordo gli imprenditori. Quindi bisogna parlare della rete, come per il polo di aggregazione per la consulenza. La rete deve avere un idea imprenditoriale forte, altrimenti rimane senza pesci…

Grazie da parte mia per questa testimonianza e vi invito a leggere l’intervista completa, piena di spunti interessanti, al link che vi ho fornito in intestazione.

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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