Polemica Google contro editori

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Ho letto settimana scorsa un articolo su TagliaBlog di Davide “Tagliaerbe” Pozzi che parlava della polemica degli editori italiani (in particolare di Andrea Di Stefano di Repubblica.it) di Premium Publisher Network (di cui fanno parte ad esempio Corriere.it, Repubblica.it, Gazzetta.it, LaStampa.it) contro la Google.

In particolare quest’ultimo personaggio ha aperto la polemica dicendo:

Nessuno spazio viene dato a due azioni che stanno attirando l’interesse di tutto il mondo sull’Italia: l’apertura di un’indagine dell’Antitrust su eventuali abusi di posizione dominante da parte di Google e la creazione di un consorzio di editori – il Premium Publisher Network – per la gestione in proprio della pubblicità testuale a performance, che vede come quasi monopolista proprio Google.

Come precisa l’articolo, questo network poteva anche avere qualche chance di successo in quanto copriva il 40% dell’audience italiana ma dopo è sparito di scena… E adesso come principale capro espiatorio per questo fallimento viene chiamata in causa la Google…

Ma non è proprio così… Il campo di pubblicità online è dominato da anni da Google e la concorrenza è spietata. Ma Google è una società che conosce le leggi di questo mercato e sa esattamente cosa deve fare per migliorare i propri prodotti e servizi. E perché lo sa? Perché ascolta continuamente i suoi clienti (utenti…) e crea i prodotti che i clienti vogliono… E al di fuori dell’advertising online, tutti gli altri prodotti della Google sono messi a disposizione degli utenti gratuitamente, aumentando in questo modo la fiducia e la soddisfazione degli stessi, costruendosi così il proprio brand molto difficile da scansare e anche le risorse per sostenerlo proprio attraverso la pubblicità online…

I prodotti della Google vengono sviluppati in piccoli pezzettini, prima viene messa a disposizione una bozza del prodotto e si vede la reazione dell’utenza: se si crea abbastanza “fumo” intorno al prodotto, il concetto viene sviluppato avanti, ascoltando i desideri e osservazioni degli utenti che, infine, in pratica sono loro a creare il prodotto per la Google… Se invece il prodotto non provoca abbastanza interesse, viene semplicemente accantonato e lo sviluppo fermato…

Quindi uno sviluppo che rispetta molto i principi di lean IT, eseguito a piccoli pezzettini e valutando ciò che piace e non piace all’utenza. E la risposta dell’utenza poi non può che essere soddisfacente per i prodotti finali che vengono approvati e messi a disposizione di tutti…

Invece chi tenta di entrare a competere su un determinato mercato con soluzioni sviluppate in toto all’interno senza ascoltare gli utenti, senza interagire con essi, e poi si aspetta la reazione positiva degli stessi, non può che andare incontro ad un rifiuto della utenza stessa… Anche se si detengono in altri settori quote di mercato importanti come nel caso del consorzio nominato sopra…

Quindi per competere con la Google non serve a niente fare le azioni legali di antitrust o simili ma bisogna studiare come fanno loro a raggiungere certe quote di mercato, il loro modello di business e sviluppo del loro brand e della fiducia dei loro utenti e seguire questi modelli (o inventarne di altri migliori internamente…) che diano alla loro utenza ciò che vuole, quando lo vuole, nella quantità in cui lo vuole, con il prezzo (possibilmente gratuito…) giusto o accettabile dall’utenza stessa.

Bisogna pensare all’utente e come renderlo soddisfatto. E non bisogna imporre all’utente la soluzione che non vuole perché si è bravi in altri settori. Come dice il “Tagliaerbe”: Il mercato di pubblicità online è un campo di battaglia e a nessuno verrà steso il tappeto rosso per presentare cose che nessuno vuole…

Google su questo principio, e con assoluto merito, ha costruito il suo impero e la sua posizione di dominanza nel mercato. Possiamo riuscirci anche noi se ragioniamo in maniera giusta. Ma purtroppo, dalle osservazioni di sopra, penso che questo modo di ragionare non rientri nelle corde mentali di chi gestisce questo consorzio… Anzì, dovrebbero guardarsi bene le spalle anche per la concorrenza su carta stampata, come avevo già sottolineato in un mio articolo precedente: iTunes delle notizie

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Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

1 comment… add one
  • Ernesto Capozzo Nov 13, 2009, 6:55 pm

    Complimenti, sempre incisivo.
    é il concetto del mondo aperto e della verifica continua.
    Le soluzioni proposte , a piccoli passi, con investimenti graduali e testate dal mercato sono le vincenti !

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