Saggezza di Taiichi Ohno

Volevo riportare in questo articolo alcune frasi di Taiichi Ohno dal libro “Toyota Production System: Beyond Large-Scale Production” sul valore delle attrezzature e macchine vecchie:

Il valore delle vostre attrezzature veramente sta diminuendo? Nel caso degli operai, gli anni di esperienza aggiungono profondità e valore all’organizzazione. Una macchina, che non possiede le qualità umane, viene sostituita dopo averla utilizzata per molti anni. Il mio punto di vista è che, come gli operai, le macchine che hanno molti anni di servizio dovrebbero essere usate con grandissima cura.

Il linguaaggio dell’economia del business parla di deprezzamento, valore residuo – termini artificiali usati per la contabilità, tasse e convenienza. Sfortunatamente, le persone sembra che hanno dimenticato che questi termini non hanno nessun significato sul reale valore delle macchine.

Per esempio, si sente spesso la frase: “Questa macchina è già stata ripagata e, quindi, possiamo eliminarla in un momento qualsiasi senza nessuna perdita” oppure “Il valore di questa macchina è zero. Perché spendere soldi per sistemarla se possiamo cambiarla con un modello nuovo, più avanzato?”

Questo modo di pensare è un grande errore.

Se un macchinario è stato acquistato nel 1920 e mantenuto bene e può garantire oggi un funzionamento vicino al 100% e può sostenere il carico a cui viene sottoposto, il suo valore non è diminuito di un niente. Se invece avete una macchina acquistata nello scorso anno, mantenuta male e produce solo a metà della sua capacità, il suo valore è diminuito di 50%.

Il valore di una macchina non è determinato dagli anni di servizio o la sua età. E’ determinato dal potere di guadagno che ancora possiede.

Il discorso continua ancora avanti, ma la sostanza è questa… Le macchine si possono considerare senza valore solo se non sono in grado di soddisfare l’odierna domanda del cliente, in termini di quantità, tempo e qualità (e senza andare a sovraprodurre, ciò che succede quando si comprano le macchine di ultimissima generazione che fanno quantità enormi di prodotto che non serve al cliente…). Dovete sapere quale è il consumo e la domanda reale dei vostri clienti e produrre esattamente e solo quello, niente di più, niente di meno, in maniera affidabile e con qualità richiesta e nei tempi richiesti. Facile, vero?

PS. Date un’occhiata anche a questo nostro vecchio articolo: Quando automatizzare? che parla degli argomenti simili… 😉

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

4 comments… add one
  • MauroA.DelPup Ott 26, 2009, 10:50 pm

    Concordo pienamente. Questa della sostituzione è anche la nostra cultura del consumismo. Chi ripara oggi gli oggetti rotti? E’ sempre più difficile trovare qualche riparatore quando, alle volte, basterebbe così poco per rimettere in funzione un oggetto guasto o danneggiato.
    che forse, complice anche questa crisi, quello della riparazione degli oggetti possa tornare ad essere uno dei lavori di nicchia dei prossimi anni?

    • Dragan Bosnjak Ott 26, 2009, 11:08 pm

      Vedi, non ci ho pensato in questo modo, ma forse hai ragione. Forse torneranno di moda tutti quelli mestieri di riparazioni varie che con il consumismo sono spariti…
      Ma Taiichi parlava soprattutto della coscienza non di chi fa la manutenzione, ma di chi opera la macchina: è lui ad essere responsabile del valore che quella macchina riesce a mantenere nel tempo. Il consumismo ti porta a pensare: me ne frego di ciò che succederà domani con la macchina, tanto se si rompe domani ne compro un altra. Ma non è questo il modo giusto di ragionare…

  • MauroA.DelPup Ott 27, 2009, 12:51 am

    Avevo compreso il messaggio di Taiichi, ma volevo portare la riflessione anche sul piano di cui ho parlato.
    Anche questo post è interessante in chiave di risk management in relazione al valore dei beni con i termini di deprezzamento, valore residuo – tutti termini artificiali che, come dice Taiichi, sono usati per la contabilità, tasse e convenienza.

    • Dragan Bosnjak Ott 27, 2009, 8:00 am

      Assolutamente sì! Le sue parole sono assolutamente applicabili al risk management, anzì, a qualsiasi tipo di gestione in una azienda…

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