A Trieste tutto fa vela

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Questa domenica ho avuto il piacere di assistere alla 41-esima Barcolana di Trieste, la gara velica più numerosa per numero di imbarcazioni del Mediterraneo. Il manifesto è della Barcolana 2006 ma ho scelto quella foto e anche il titolo corrispondente perché è semplicemente… troppo bella ;).

Adesso voi mi chiederete: ma cosa c’entra lean con la vela (visto che il tuo blog parla di lean…)? Direi che c’entra e anche tanto e tra poco ve lo spiego. Ma prima riporto le notizie della cronaca: una giornata splendida di sole (la domenica a differenza di sabato nuvoloso, come potete osservare dalla foto sotto…),

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bonaccia all’inizio e maestrale che inizia verso le 10.45 e cambia la gara (finalmente si staccano tutte le imbarcazioni dalla linea di partenza a Barcola…), la vittoria, direi finalmente dopo tante delusioni degli anni passati (sette secondi posti…) dietro ad Alfa Romeo, è di Mitja Kosmina su Maxi Jena (immagine presa dal sito bora.la).

maxijena

Adesso però torno all’argomento del giorno: il pensiero snello (lean) e la vela…

Chi tra i seguenti due tipi di skipper (a parità di imbarcazione…) ha maggiori probabilità di successo secondo voi: quello che urla e sbraita al suo equipaggio durante la gara per arrivare primi oppure quello che osserva con calma il suo equipaggio che fa il proprio lavoro e si annota in mente i piccoli errori che commettono?

Il primo tipo di skipper è un leader autoritativo che vuole vincere a tutti i costi e mette la pressione e anche la sua posizione superiore davanti al proprio equipaggio cercando di dargli ordini in continuazione e correggere i loro errori durante il corso d’opera, in modo che l’imbarcazione vada sempre COME VUOLE LUI, perché lui ne sa più di tutti quanti… E’ un leader SOPRA l’equipaggio. Lui è una SUPERSTAR e il suo equipaggio sono solo manichini che eseguono.

Il secondo tipo di skipper è quello meticoloso, che ha preparato il suo equipaggio con cura prima della gara, ognuno sa esattamente quello che deve fare e lo fa così come pianificato. Non c’è bisogno di correggere le cose in corso d’opera, tutto fila liscio tranne per le piccole imperfezioni. Ma lo skipper così non si scompone per queste cose, sa che il suo equipaggio è composto da umani che possono commettere piccoli errori e durante la gara li osserva e poi glieli fa ricordare nel dopo gara, quando si mettono comodi nel loro club, dove tutti insieme discutono di come è andata la gara. Questo è un leader che vive e FA PARTE dell’equipaggio…

Voi per chi dei due scommettereste? Io vado 100 volte su 100 per il secondo… Perché sono sicuro che il suo equipaggio è preparato, che ha studiato la gara in dettaglio prima ancora di partire, che esegue le piccole cose in maniera perfetta ed è pronto ad affrontare le emergenze senza scomporsi. Il primo equipaggio invece risponde a quello che viene ordinato da una persona (lo skipper appunto) e dipende dal suo stato di animo istantaneo, dalla pressione che lui sente. L’equipaggio non è in grado di rispondere autonomamente ed affrontare l’emergenza senza l’ordine “dall’alto”.

La stessa cosa succede nelle aziende. Il lavoro di squadra è uno dei fondamenti di lean thinking. Ci sono capi che danno gli ordini e le squadre che dipendono solo da quelli e non sono in grado di pensare in maniera autonoma e non sono neanche responsabilizzate a farlo (produzione di massa, tradizionale…) e ci sono capi che formano le squadre, responsabilizzano le persone, gli insegnano a come fare il lavoro, a quali sono i parametri e metodi standard importanti nel svolgerlo (produzione lean).

Nella prima situazione il miglioramento continuo è impossibile (nessuno è stato responsabilizzato a promuovere il miglioramento, bisogna solo “laurà…” senza “parlà…” e neanche “pensà…”), nella seconda è il modo di vivere, dove tutti sono coscienti del processo e dei limiti dello stesso e sono OBBLIGATI (attraverso la formazione e responsabilizzazione…) e contenti a dare il loro contributo quotidiano al miglioramento continuo.

Perché anche Russell Coutts (leggete la pagina della biografia per capire di chi parlo se non lo conoscete già…) non riuscirà mai a vincere una gara se mette come equipaggio me e i miei amici che non sanno niente della vela, contro una squadra di 10 persone normali che sanno andare in barca e sono coordinati nelle manovre. La squadra vince sempre sull’individuo. Così è nella vela, così è in tutti gli sport di squadra, così è nella vita dell’azienda.

Il vostro compito di oggi: iniziare a creare le SQUADRE di persone preparate! Il vostro futuro può dipendere da questo…

PS. Russell Coutts ha abbastanza umiltà di capire queste cose e non mettere il suo IO davanti al proprio equipaggio, lui sa che senza di loro non può vincere e pertanto lì prepara a dovere, e gli fa migliorare i piccoli particolari dopo (non durante, è già tardi…) ogni regata… Ed è per questo che è il più grande skipper al giorno d’oggi… Lezione che può dare a tutti i leader: UMILTA’ e GIOCO DI SQUADRA! Ricetta vincente…

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

1 comment… add one
  • Ernesto Capozzo Ott 14, 2009, 4:53 pm

    non per niente il mio amico e formatore il FILA ( 25 anni fa) è stato un forte skipper (pierre sicouri). mi insegnava che nel prendere decisioni ,mentre un suo uomo era caduto in mare( durante il giro del mondo nel mare in burrasca della nuova zelanda) bisogno essere rapidi nelle decisioni, ma questo era frutto di molto allenamento.
    .. per questo sono rimasto suo amico e lo ricordo ora ..che ci ha lasciato !
    Quante persone “lean” sono state nostri maestri !
    Ernesto

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