La teoria di lean thinking ci insegna che ci sono sette tipi classici di spreco: sovrapproduzione, difetti o errori, trasporti non necessari, movimenti inutili, ritardi e attese, magazzini o inventari e attività non necessarie.
Ma ci sono tanti testi che indicano anche l’ottavo spreco: il non sfruttamento della creatività umana.
Cosa vuol dire non sfruttare la creatività umana, delle persone? Vuol dire che la direzione aziendale non permette, attraverso le varie polizze che lo vietano, lo sviluppo e la responsabilizzazione (empowerment) di tutta la forza lavoro a loro disposizione. In questo modo viene ristretta la creatività delle persone che devono seguire polizze rigide e inamovibili, le decisioni vengono prese dai supervisori senza nessun input da parte di chi il lavoro lo fa tutti i giorni.
Il non sfruttamento della creatività umana va in diretto contrasto con quelli che sono i principi fondamentali di lean thinking: rispetto delle persone, miglioramento continuo, sviluppo delle persone, problem solving ecc. Perché una persona che non è responsabilizzata e motivata per il proprio lavoro non ha nessun interesse per:
- cercare di aiutare a migliorare il processo
- migliorare personalmente
- fare i suggerimenti per il bene dell’organizzazione
Invece se viene creata una struttura dove le persone possono partecipare, dove vengono coinvolte e motivate nel proprio lavoro, dove possono cambiare gli standard del lavoro in funzione dei loro bisogni e sforzi e sono motivati a farlo tutti i giorni, allora in un ambiente così tutti si sentono contenti e vogliono contribuire per il bene dell’organizzazione. Inoltre le persone cresciute in questo modo seguiranno la filosofia dell’organizzazione e la insegneranno ai neo assunti, promuovendo la cultura e diffondendola fino alle radici più remote dell’organizzazione. Questo è il lean thinking al suo meglio.