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Muda, muri, mura

Sapete cosa significano queste tre parole? Qualcuno di voi sicuramente lo saprà, ma molti ne ignorano la conoscenza.

Qualcuno di voi probabilmente avrà sentito che MUDA voglia dire spreco (fisico, visibile), la sua identificazione ed eliminazione. Ma nel lean thinking, anche le altre due indicano sprechi, ma in forma diversa rispetto a sette tipi di spreco classici che si notano immediatamente, e rappresentati da muda (sovrapproduzioni, trasporti, attività non necessarie, movimentazioni, difetti, inventari e attese). Ma non vuol dire che sono meno importanti. Vediamole:

MURI è il termine che indica il sovraccarico delle persone o delle risorse. Cosa comporta il sovraccarico delle persone o delle risorse? Quello delle persone può provocare a lungo termine la possibilità di infortuni o malattie professionali, dovuti alle posture esagerate che vengono richieste in continuazione dai lavoratori. Anche a breve termine può provocare gli strappi muscolari o altre cose simili. Ciò poi causa (nel migliore dei casi…) l’assenza dal lavoro per periodi più o meno lunghi e insoddisfazione generale delle persone che si sentono sfruttate (secondo voi, quale è il motivo dell’esistenza dei sindacati dei lavoratori in Italia?…). Pensate per analogia ad un camion che viene sollecitato con il doppio del carico nominale in continuazione: la prima volta probabilmente non succederà nulla, la seconda neanche, … , alla n-esima volta invece succede che si rompe un’asse e il camion non è più utilizzabile o ha bisogno di lunghi tempi di riparazione. Questo deve farvi pensare: ma vale veramente la pena sollecitare le persone e le risorse oltre il loro limite fisico per avere un beneficio a breve termine? O volete pensare a lungo termine e usare le persone e le risorse in modo ottimale? Come fate a sapere che le persone sono sovrasollecitate? Basta chiedere a loro. Vi diranno loro che quella postura non va bene, che quel carico è troppo pesante ecc. Ma dovete anche osservare il lavoro ed accorgervi da soli che ci sono attività che potrebbero essere fatte in maniera più efficace ed anche veloce, e che tolgono il sovraccarico dalle persone. Il lean thinking insegna proprio questo: di vedere!

MURA invece indica le fluttuazioni, variazione, irregolarità del carico del lavoro (della domanda). Cosa comportano le fluttuazioni? Comportano la creazione delle fasce dove c’è un sovraccarico (spreco di muri…) e delle fasce nelle quali c’è un sottocarico ottimale (ad esempio spreco di attese – muda…). Il flusso produttivo sicuramente nè risulta disturbato. Quale è la causa delle fluttuazioni? E’ la non standardizzazione della domanda attraverso l’utilizzo dei metodi che servono per appiattire i picchi e le valli (ad esempio attraverso l’utilizzo del box heijunka). Facciamo un esempio, sempre del nostro camion: supponiamo di dover trasportare 6t di materiale e camion ne porta 3t. Uno spreco di muri vorrebbe dire portare 6t tutti in una volta. Il muda sarebbe di portare 3 volte per 2t. Mura sarebbe di portare una volta 4t e un’altra volta 2t (o 5t e 1t, indifferentemente…). L’ottimale sarebbe invece di portare 2 volte 3t (non ci sono sovraccarichi, non c’è la fluttuazione della domanda, non ci sono sottocarichi o sprechi delle risorse, un flusso equilibrato e continuo).

Mura (fluttuazioni) quindi è la madre di altri sprechi (muri e muda) ed è per questo che alla base del lean thinking c’è la stabilità del sistema che si ottiene eliminando le cause delle fluttuazioni e standardizzando le attività che si ottengono in questo modo. Un sistema stabile non sollecita le persone, non sollecita le risorse, tutti sono contenti, funziona come un orologio e favorisce il flusso continuo. Cosa volete di più dalla vita?

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